Case di terra cruda
Il massone o casa di terra cruda era una tecnica costruttiva, diffusa in Abruzzo e nelle Marche fino all'inizio degli anni sessanta.
La tecnica consisteva nel pestare un impasto di argilla e paglia fino ad ottenere un amalgama denso e plastico, che poi veniva suddiviso in zolle — i massoni — del peso di 5-10 kilogrammi, modellati in forma grossolanamente cilindrica affusolata alle estremità, dello spessore medio di 15 centimetri e della lunghezza di circa 20-30 centimetri. Il termine deriverebbe dalla somiglianza della lavorazione dell’impasto con quella della massa del pane.[senza fonte]
La tecnica di cospargere queste forme di paglia, utile per garantire una maggiore elasticità dell’insieme una volta in opera, non è presente in tutti gli edifici.
Per realizzare la costruzione, i massoni venivano sovrapposti a strati alti da 50 a 70 centimetri e larghi da 40 a 80 centimetri, a formare una struttura muraria monolitica. Ogni strato veniva poi lasciato asciugare per alcuni giorni, durante i quali il muro veniva rifilato rendendolo squadrato.
L’abitazione così costruita, detta pinciara o pingiaja , era il frutto di un lavoro collettivo, venendo costruita dalla famiglia che in seguito l’avrebbe abitata con l’aiuto di tutta la contrada. (wikipedia)